venerdì 11 febbraio 2011

Prince, eterno folletto

Il concerto del genio di Minneapolis a Roma
dopo 8 anni di silenzio
Testi e fotografie: Vincenzo Toccaceli
Calano le luci del Palalottomatica per interminabili minuti, troppi per non pensare “Ma è andata via la corrente?” Poi… la sua voce che intona Let’s Go Crazy ed anche se ancora al buio tutto sembra illuminarsi, un solo fascio di luce alle sue spalle e lui è lì, lì davanti ai suoi fans che da oltre otto anni lo attendevano in Italia e da 20 a  Roma, il Genio di Minneapolis Prince Roger Nelson, in arte solo Prince.
Piccolo di statura, magrissimo quasi da sembrare fragile, appare poco prima dello spettacolo per fotografare il suo pubblico che a mano a mano riempirà  il sottopalco per gli irriducibili, i più scatenati, quelli che in seguito chiamerà con sé sul palco per un bagno di gioia con il suo pubblico.

Nato a Minneapolis il 7 giugno del 1958, cantautore, chitarrista, attore, regista,produttore popolarissimo negli anni ottanta e novanta, musicista poliedrico, tra i suoi lavori si sentono espliciti riferimenti agli Earth, Wind & Fire a George Clinton, a Stevie Wonder in seguito a James Brown, Jimi Hendrix ai Beatles e Frank Zappa. La sua musica coinvolge diversi stili come funk, rock classico e pop, ma spesso si è confrontato anche con il rap e il rock sinfonico, producendo un crossover musicale molto apprezzato da fans e critici. Difficilmente un suo lavoro contiene un solo stile musicale, e questo gli permette di evitare il rischio di cadere nella ripetitività.
Prince è personaggio assai curioso, molto lontano dalla figura  angelica ed ambigua di Michael Jackson, decisamente più legato a sentimenti terreni, infinitamente più provocante sul piano sessuale, forse persino più astuto su quello commerciale del suo rivale più diretto. Soprattutto. Ed è questo forse il grande merito di un album come Purple Rain, canzone che già ai suoi primi accordi fa saltare in piedi tutto il pubblico del Palallottomatica: sarebbe bastata solo questa canzone per dire di essere stati soddisfatti del concerto, ma l’alternarsi si brani come Kiss e Cool hanno incendiato gli animi ed i cuori di tutti.

La Disco, questo caro ritmo che riprende Prince con brani degli Chic, mescolando Funky, Pop, Jazz e dance, questo il Folletto di Minneapolis che a 52 anni, ripresentandosi dopo i saluti sul palco intonando I’m a Star, sembra voglia dire “Sono ancora qua e ci rimarrò per molto tempo ancora!”
   

Pubblicato su Sprizz Magazine n. 0

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